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Race Factory Sledge Hammer 729 AirRace – 1998

“Retro” MTB Test Central – Race Factory Sledge Hammer 729 AirRace

Era un po’ di tempo che avevamo voglia di parlare di vintage, di retro mtb come spesso vengono battezzati alcuni gruppi di appassionati sui social. Noi ci siamo iscritti ad uno di questi gruppi, RETRO MTB Italia, finendo per conoscere, anche se per ora solo virtualmente, un manipolo di appassionati che sanno tutto della storia della mountain bike, ma proprio tutto. Fra questi c’è Gio, probabilmente il più grande collezionista di forcelle del mondo (boh, dire “del mondo” non sappiamo se sia esagerato, ma ne ha veramente tante) che oltre a collezionarle le ha smontate ed analizzate a fondo per capirne bene il funzionamento, per pulirle, restaurarle, etc. L’ultima che ha mostrato sul gruppo è una Race Factory Sledge Hammer 729 AirRace del 1998, una forcella nata dalla mente dell’ingegnere toscano Pablo Fiorilli, colui che era arrivato nel mondo della mountain bike con Fimoco prima, creando prodotti di enrome successo come le E129 Rock Crasher, usata da moltissimi atleti dall’XC alla DH, e con le Race Factory successivamente.

Fra l’altro proprio in questi ultimi anni Pablo sta tornando con un prodotto estremamente innovativo con il nome di Bright Racing Shocks F929, forcella che noi di MTB Test Central abbiamo provato fra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Ma torniamo alla Race Factory della collezione di Gio e lasciamo la parola a lui per sapere tutto di questa forcella (il testo dell’analisi è opera di Gio, abbiamo fatto un bel Ctrl C + Ctrl V per sua gentile concessione).

Race Factory Sledge Hammer 729 AirRace

– Anno 1998;
– Travel approssimativo di 90 mm (vedremo poi il perché);
– Stelo sx: vuoto;
– Stelo dx: precarico aria;
– Steli da 32 mm in ergal con anodizzazione dura ad alto spessore, trattati con lucidatura Micro Finishing;
– Cannotto in alluminio da 1″ e 1/8, tornito, bloccato nella testa tramite interferenza
– Testa in alluminio, forgiata, alleggerita cnc e pallinata (Shoot Peening) , 2 viti m6 per parte per i clamp degli steli;
– Foderi diametro minimo 37 mm, ergal areonautico, non forgiati ma solo lavorati cnc, con piedini, sedi freno e sede boccole superiori/tenute incollati. L’interno viene lucidato con Micro Finishing;
– Piedini QR, imbarazzante la cura nella loro lavorazione;
– Archetto Slim in ergal, forgiato, alleggerito cnc e pallinato (SP); 2 viti in ergal anodizzato m8 per lato;
– Boccole flottanti.
– Forcella nella colorazione a richiesta Blackyy
– Attacco per freno a disco (purtroppo adattatore mancante, ma replicabile)

Lo stelo sx, come precedentemente esposto, ha la sola funzione di guida.
Lo stelo dx è il prodigio, ma vediamo prima la struttura della forca con calma:
I parapolvere sono assicurati all’interno della sede nel fodero tramite un seeger e un anello metallico di ritenzione laterale, a supporto.
Rimosso il seeger si può sfilare lo stelo dal fodero, usando quest’ultimo a mo’ di percussore.
Come si può vedere nella foto, lo stelo ha un apposito scacco per ospitare la boccola flottante, mentre la boccola superiore è ovviamente solidale al fodero. Entrambe sono realizzate in termoplastica antiattrito.

Veniamo alla parte ciccia, la gestione dell’aria.

Questa forcella prevede la massima evoluzione del concetto di cartuccia ad aria, gestendo precarico, compressione ed idraulica con un solo stelo, senza flussi d’olio.

Il sistema è formato da quattro diverse camere d’aria, che in sequenza gestiscono compressione, estensione, progressione di base e fase negativa.

In ognuna di queste camere troviamo aria compressa a diverse pressioni. Non esiste un blocco meccanico in massima estensione della forca, semplicemente quando la camera positiva e negativa si equalizzano, la forca si ferma. Ciò permette di ottenere una sorta di effetto “cuscino”.
Una volta rimosso il tappo dallo stelo, dopo averlo depresurizzato con l’apposito adattatore, vediamo sul fondo un dado di colore rosso, il quale tiene in sede un pistone in teflon lavorato cnc, sotto il quale troviamo una lamella che agisce nella fase di compressione della forcella (e anche da check valve), più lamelle si montano e più la forca sarà frenata in compressione. Ovviamente non essendoci uno spillo, ma solo delle lamelle, il controllo del ritorno sarà più marcato alle basse velocità di compressione. Se invece volessimo influenzare le alte velocità, era disponibile un kit pistone con una diversa conformazione dei fori.

Al di sotto troviamo un pistone secondario di compressione, realizzato in ergal, con un piccolo forellino in posizione centrale. L’aria passa dalla camera principale (lo stelo) a questa camera secondaria. Per tornare nella principale deve passare attraverso il sopracitato forellino. Ne va da se che aumentando o diminuendo il diametro del forellino si potrà gestire il ritorno della forcella.

Teniamo conto anche che la posizione occupata dalla guarnizione del pistone influenzerà anche la progressione della forca, ed era disponibile in diverse versioni

A seguire troviamo i distanziali del pistone negativo, per diminuire la corsa (che io ovviamente ho rimosso ahah!)

Scendendo ulteriormente troviamo un pistone realizzato in teflon lavorato CNC, che si occupa di gestire la camera negativa. La quale viene precaricata quando la forca viene rimontata e viene autobilanciata anche dalla pressione della camera positiva.

Per ultimo, troviamo la portella dello stelo, con le guarnizioni che permettono di isolare la cartuccia dal fodero, assicurato allo stelo tramite un seeger.

Non visibile in foto, c’è anche il controstelo interno, solidale al piedino del fodero, al quale si avvita il dado rosso per assicurare tutto il sistema.

Ingrassando e oliando abbondantemente otteniamo una forcella dalla scorrevolezza eccellente per essere una forca ad aria, soprattutto della fine anni ’90!!
Assolutamente impressionante.

Il controllo in compressione e ritorno è anche decisamente adeguato per il mio feeling di guida (ritorno quasi aperto, compressione molto modesta) e la sensazione che la forca quasi non abbia attriti è imbarazzante se paragonata alle forcelle ad aria di alcuni anni fa.
La cura dei particolari e lo sfarzo delle finiture CNC è, direi, inutile da trattare.

Molto piacevole la finitura Blackyy, non solo per il colore ma anche per la sensazione al tatto, come se la forca fosse vellutata

Peso? 1.410 grammi con spider in acciaio e cannotto tagliato a 180 mm

Non dimentichiamoci l’adattatore per il gonfiaggio! un prodigio, realizzato in ergal anodizzato rosso e (mi pare) ottone, incollati fra di loro, con valvola di non ritorno, da ululato!!

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Beh, che dire? Bravo Gio per averci descritto così minuziosamente questa forcella e grazie a Pablo per averla ideata. Alla prossima!