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DJI Osmo Pocket – Test Gimbal Camera

Videocamera con gimbal DJI Osmo Pocket: una steadycam in tasca

DJI è un azienda che è per molto tempo stata nota la grande pubblico per i suoi droni, ma a cominciare da fine 2018 ha introdotto dei prodotti rivolti alle riprese video “non in volo” per così dire; si tratta della Osmo Pocket, presentata a novembre 2018 e la Osmo Action arrivata invece a maggio 2019. La prima è una videocamera con gimbal integrato e la seconda una action cam di formato classico. Le abbiamo ricevute entrambe in test da GoCamera.it, il rivenditore autorizzato per l’Italia dei prodotti sia di DJI che di GoPro; GoCamera.it oltre a vendere i prodotti dei due brand offre molti altri servizi relativi all’insegnamento nell’utilizzo di action cam e droni nonché assistenza e assicurazione, un pacchetto completo insomma.

DJI Osmo Pocket: caratteristiche principali

La Osmo Pocket è un prodotto che in qualche modo ha un legame con i droni, non solo in quanto prodotto marchiato DJI, ma anche perché è un po’ come se si fosse estratta da un drone solo la parte relativa alle riprese video, ovvero la videocamera con il suo sistema di stabilizzazione a tre assi, cioè quello che viene definito gimbal. Tutto ciò diventa un compattissimo sistema di ripresa video, tascabile e leggero, pronto in un istante, da utilizzare per riprese video stabilizzate di alta qualità.

La custodia con laccetto della Osmo Pocket la protegge durante il trasporto dato che il meccansimo a tre assi, cioè il gimbal, è delicato e non può essere sollecitato o maltrattato

Le dimensioni compatte ne facilitano incredibilmente il trasporto: con la Osmo Pocket viene fornita una fondamentale custodia rigida con laccetto, parzialmente aperta, che permette di proteggere la videocamera quando la traportiamo, aspetto questo fondamentale perché il meccanismo del gimbal è chiaramente molto delicato. Sul corpo della videocamera ci sono due pulsanti, uno per accensione/spegnimento e uno per la registrazione/scatto.

Lo schermo è touchscreen e insieme ai due pulsanti permette di controllare e regolare tutto quello che serve. Sullo schermo vengono mostrati la modalità di ripresa, la carica della batteria e la capacità residua della scheda MicroSD. Nella parte inferiore della videocamera c’è la presa di ricarica della batteria da effettuare con il cavetto USB che viene fornito, mentre fra lo schermo e i pulsanti si possono inserire su una slitta due diversi connettori forniti di serie, uno Lightning per smartphone Apple e uno USB-C per telefoni Android.

Sotto alla Osmo Pocket c’è la presa di ricarica di tipo USB-C, sul lato sinistro la sede per la scheda di memoria MicroSD. Sopra ai due tasti è inserito il connettore per smartphone (nella foto quello per telefoni Android)

Collegando la Osmo Pocket ad uno smartphone è possibile utilizzarne lo schermo, chiaramente molto più ampio, effettuare regolazioni e impostazioni e trasferire i file foto e video in modo comodo e veloce. Non c’è fra l’altro di serie il modulo wireless, che va acquistato a parte, quindi per scaricare il materiale dalla scheda MicroSD, collegarsi al telefono rimane un sistema pratico. Un’altra mancanza è il foro filettato per sistemare la videocamera su un treppiede o altri accessori; anche in questo caso è necessario un accessorio da acquistare a parte per avere questo tipo di interfaccia di collegamento.

Le dimensioni sono molto compatte (si può portare praticamente ovunque anche se siamo in mountain bike, in uno zaino, in un marsupio o anche in una tasca) e il peso è molto contenuto

Alcuni numeri caratteristici da ricordare della Osmo Pocket sono il sensore da 1/2,3 pollici, il campo visivo di 80° e l’apertura a f/2.0. I formati di registrazione prevedono i video fino alla risoluzione 4K e frequenza di 60 fps a 100 Mbps e le foto da 12 MP. Sono disponibili anche la risoluzione 1080P e molte frequenze di fotogrammi, fra cui quelle più utilizzate di 30 fps e quella di 120 fps, quest’ultima per gli slow motion. Il tempo di ricarica è di poco più di un’ora e il tempo di utilizzo varia fra circa un’ora alla massima risoluzione e fps per arrivare a circa due ore diminuendo la qualità video.

Il bitrate massimo (non è infatti sempre costante) di 100 Mbps (Megabit al secondo) si traduce in 12,5 MBps (MegaByte al secondo), 750 MB al minuto, 3,66 GB per 5 minuti. La qualità audio e video è buona e in grado di restituire file di ottima qualità con colori ben calibrati e un’esposizione che gestisce bene le variazioni di luminosità così che non si hanno immagini sotto o sovraesposte. Noi abbiamo utilizzato principalmente la risoluzione di 1080p e le frequenze di 60 e 120 fps (quest’ultima per gli slow-motion) perché la 4K, per quanto sia bellissima da rivedere su schermi adeguati, per le esigenze di riproduzione su Youtube e anche per il montaggio video è veramente impegnativa; richiede un hardware veramente potente per gestirla durante il montaggio e tanto spazio per archiviare i file video.

I menù accessibili con i vari Swipe

  • Swipe down per le impostazioni generali.
  • Swipe up per le impostazioni del gimbal. Con doppio click sul tasto on/off si centra il gimbal, con triplo click si mette in selfie mode, rivolto verso il proprio viso.
  • Swipe left per scegliere la modalità di ripresa (Photo, Video, Slow-Mo, Timelapse e Pano), poi destra per impostare la singola modalità (risoluzione, fps, etc). Si può cambiare modalità anche con singolo clic sul tasto on/off.
  • Swipe right per vedere i video e le foto fatte, poi su/giù per scorrere fra i file, e destra per cancellarli o selezionarli come preferiti.

L’utilizzo: come si può usare per le riprese sportive?

Usare la Osmo Pocket è risultato piuttosto facile fin dall’inizio; magari può esserlo di più se già si è pratici con altri tipi di videocamere e se si è già usata in precedenza una gimbal a tre assi, questo solo perché è necessario capirne il funzionamento per utilizzarla al meglio e per scegliere la modalità migliore in base al tipo di ripresa che vogliamo fare.

La grande compattezza e leggerezza già la rendono incredibilmente comoda da portare con sé in ogni occasione, non solo per le riprese sportive; l’interfaccia è inoltre intuitiva da utilizzare e se, come già accennato, non si conosce il tipo di prodotto, il manuale e i tanti tutorial online ne permettono in poco tempo un buon controllo. Con i due pulsanti e con il touchscreen si accede ad ogni modalità e ogni impostazione; i vari gesti di swipe sullo schermo, verso le quatto direzioni giù/su/sinistra/destra permettono di accedere alle impostazioni generali, alle impostazioni della gimbal, alle modalità di ripresa e all’archivio di video e foto memorizzati.

Le impostazioni disponibili per il gimbal sono tre: Follow, Tilt Locked e FPV; la Follow ammortizza i movimenti dell’obiettivo sugli assi panorama (a sinistra e a destra) e inclinazione (in alto e in basso), la Tilt Locked solo sull’asse panorama e la FPV su tutti e tre gli assi, dunque panorama, inclinazionie e rollio (rotazione in senso orario e antiorario). Per dirla in modo più facile, le prime due modalità mantengono l’inquadratura sempre orizzontale e l’ultima ammortizza i movimenti anche sull’asse del rollio, quando incliniamo la videocamera lateralmente.

I tre assi di rotazione del gimbal: Panorama (sinistra/destra), Inclinazione (alto/basso) e Rollio (rotazione oraria/antioraria)

Per le riprese di un soggetto in movimento, che è poi quello che probabilmente potremmo fare più spesso con una simile videocamera per le riprese in mountain bike, le modalità più indicate sono la Tilt Locked e la Follow che ci permettono di seguire il movimento del biker spostando la videocamera a sinistra o a destra (Tilt Locked) ed eventualmente anche in alto e in basso (Follow) pur mantenendo l’inquadratura sempre orizzontale, magari mentre ci muoviamo sul sentiero per corrergli un po’ appresso, o accanto al sentiero a minore o maggiore distanza muovendoci per dare più movimento al video e renderlo più interessante e accattivante. La FPV è decisamente meno adatta per queste situazioni perché, inclinando l’inquadratura anche lateralmente, c’è più rischio di “effetto maldimare”, con l’orizzonte che si inclina di continuo a destra e a sinistra. Delle due più adatte, Follow e Tilt Locked, la prima permette di muovere l’obiettivo sia a sinistra e a destra che in alto e in basso quindi è più versatile su un movimentato sentiero di montagna, ma bisogna prenderci di più la mano, perché non è facilissimo gestire l’inquadratura verso l’alto e verso il basso mentre ci si muove su terreno accidentato; è sempre necessario porre una certa attenzione a dove camminiamo. La seconda, la Tilt Locked, è quella più facile da utilizzare perché ci richiede di puntare la Osmo Pocket verso il soggetto senza preoccuparci troppo di quanto muoviamo l’impugnatura, con l’obiettivo che rimane sempre orizzontale, sia sull’asse del rollio che su quello dell’inclinazione. (potete fare riferimento alla foto sopra per comprendere meglio quali sono i tre assi su cui può ruotare o meno il gimbal).

Sia camminando su terreni accidentati che correndo, le riprese video sono incredibilmente stabilizzate e sono perfettamente utilizzabili per realizzare il nostro montaggio video, con inquadrature e punti di vista che lo possono rendere molto più dinamico e variegato. Possiamo ad esempio anche spostarci da una parte all’altra del sentiero poco prima o poco dopo che il biker ripreso è passato accanto a noi o ancora effettuare  riprese da più lontano con movimenti panoramici perfettamente fluidi e stabilizzati. Sono molte le opzioni in questo senso e si tratta solo di sperimentare e vedere il risultato. È possibile anche utilizzare l’Active Track che aiuta nel seguire un soggetto che scegliamo: è sufficiente fare doppio tap sullo schermo sul soggetto di cui vogliamo fare il tracking appunto. In fuoristrada l’ambiente non offre sempre un grande contrasto fra soggetto e sfondo e i movimenti sono spesso rapidi, quindi non è sempre facile utilizzare questa funzione, ma è una possibilità in più, almeno da provare e vedere se catturiamo alcuni secondi di buon video, utilizzabile poi per il montaggio.

L’angolo di visione di 80° ci restituisce delle riprese con una inquadratura “standard” nel senso che non è grandangolare come spesso capita con le videocamere sportive, più tipicamente con le action cam, anche ad esempio con la Osmo Action, l’altro prodotto DJI che abbiamo provato e che arriva a 145°. Quindi nessuna deformazione dell’immagine ai bordi: semmai il problema può essere in qualche limitazione se dovessimo aver bisogno di inquadrare un soggetto senza dover stare troppo lontano.

Quello che non abbiamo potuto mettere alla prova con la Osmo Pocket sono state le riprese in soggettiva mentre pedaliamo perché non abbiamo ricevuto anche l’accessorio per attaccare la videocamera ai supporti compatibili GoPro, quelli ormai universali con una sorta di forchettina e il foro con la grossa vite, per metterla ad esempio sul casco o sul supporto per il petto. Potrebbe essere un’opzione da mettere a confronto con una action cam montata su un apposito gimbal separato.

Per altre tipologie di riprese, come quelle di tipo selfie in cui parliamo verso lo schermo, ad esempio per raccontare qualcosa, o altre riprese in situazioni di vacanza o ancora per creare effetti particolari, come il motion lapse, la Osmo Pocket offre tante possibilità e lo fa in un modo molto efficiente, quasi al livello di attrezzature molto più costose e ingombranti.

I vantaggi di un simile prodotto sono in conclusione soprattutto questi; è piccolo, leggero e facile da usare e da portare con sè in ogni occasione, non solo per le riprese sportive, ma in ogni momento che vogliamo documentare con filmati che hanno un aspetto molto più professionale e gradevole grazie all’estrema fluidità dei movimenti. Il prezzo è importante, ma è giustificato dall’aver miniaturizzato un’attrazzatura che sarebbe stata altrimenti impossibile da utilizzare e portare con sé in simili contesti.

Per informazioni:
gocamera.it
dji.com