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Cannondale Scalpel – 2001 – Archivio BdM

“Retro” MTB Test Central – È stata appena presentata la Cannondale Scalpel 2021 che arriva dunque a vent’anni esatti dalla prima versione. Ecco com’era

La prima Cannondale Scalpel era stata presentata a Fuerteventura nel 2001. Qui il link per vedere com’è fatta la nuova. Ecco cosa il nostro Massimo Brignardello aveva scritto su Bici da Montagna di maggio 2001

Cannondale Scalpel 2001

GT Force 2.0 – Archivio Bici da Montagna 05/2001

Grande doppietta di Cannondale: due anteprime con una fava. Proprio mentre marzo si stava per trasformare in aprile, cioè mentre in terra nostrana c’era un evidente braccio di ferro tra l’inverno e la primavera, il mitico marchio americano ci ha invitati ad una anteprima che aspettavamo da tempo: quella dell’estate. Sì, perché la presentazione alla stampa dell’ultima macchina race-only del team Volvo-Cannondale, il nuovo asso nella manica per gente come Cadel Evans e Christoph Sauser, è avvenuta di poco più a sinistra dell’Africa, in uno dei sette isolotti che galleggiano placidi nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico e che rispondono al nome di Isole Canarie. A dire il vero non sono proprio isolotti placidi, perché se Tenerife è dominata dal maestoso Teide, un vulcano in procinto di tornare attivo, l’isola di Fuerteventura (luogo della presentazione) è stranamente battuta da un vento talmente forte da renderla praticamente desertica nonché meta di religioso pellegrinaggio per i surfisti più accaniti.

Cannondale Scalpel 2001

Le palme sono rare e piuttosto basse, le dune di sabbia chiara invadono frequentemente i gracili nastri di asfalto adagiati a terra ed il centro dell’isola è dominato dal complesso roccioso dove abbiamo potuto assaggiare i nuovi “strumenti di precisione” di Cannondale in anteprima e in compagnia di Cedric Gracia e di Giovanna Bonazzi, nuova coordinatrice marketing. “Scalpel” è infatti il nome della nuova full per il Cross Country agonistico, e tradotto dall’inglese vuole dire proprio “bisturi”, lo strumento più preciso al mondo prima dell’avvento del laser, cosa che la dice lunga sugli obiettivi che il reparto ricerca e sviluppo di Cannondale intendeva raggiungere. Oltre alla Scalpel sono stati poi presentati anche il nuovo telaio da discesa di Cedric Gracia, meccanicamente futuristico, e la nuova guarnitura Hollowgram, sintesi estrema di leggerezza e solidità.

Cannondale Scalpel

La nuova full da Cross Country nasce espressamente per l’uso agonistico, vuole essere robusta, leggera ma non rinunciare a nessuno dei vantaggi tecnici offerti da sistemi non proprio leggerissimi come l’impianto frenante a disco e le ruote Tubeless. In pratica è una bici senza compromessi che punta tutto sulle tecnologie costruttive, sulla qualità dei materiali e sull’inedita intuizione di sostituire al fulcro primario della sospensione una precisa deformabilità elastica dei foderi orizzontali, vistosamente sagomati in modo da localizzare la flessione necessaria esclusivamente nel punto voluto (tecnologia EPO: Engineered Pivot Orientation). Tutto il resto della sospensione posteriore rientra pienamente nei canoni della tipologia a parallelogramma articolato ma è comunque notevole per la raffinatezza dei dettagli costruttivi. I foderi orizzontali sono realizzati con delle fibre miste di carbonio, vetro e Nylon e presentano la loro massima elasticità verticale in corrispondenza della strozzatura in cui la sezione rettangolare alta e stretta del tubo si deforma per diventare bassa e larga.

Cannondale Scalpel 2001

Qui è localizzato il fulcro virtuale della sospensione, evidentemente più leggero di quelli su cuscinetti o su boccole e lateralmente rigido esattamente quanto il carro posteriore di una front. I forcellini posteriori sono in magnesio, sono snodati su boccole rispetto ai foderi verticali in alluminio e sono in grado di percorrere una escursione massima di 63 millimetri. Il ponte che collega la sommità dei foderi verticali è in alluminio 6061 CNC, le due squadrette sono in magnesio mentre l’asse passante che attraversa il Fox Float RC (ad aria compressa e bloccabile in compressione) è in acciaio nichelato per la massima robustezza e durata nel tempo. Sul triangolo anteriore la porzione di tubo su cui si vanno ad attaccare l’ammortizzatore e la squadretta è ottenuta separatamente tramite forgiatura mentre il punto di infulcro con la squadretta stessa gira su cuscinetti ad aghi a tutto vantaggio della scorrevolezza verticale e della rigidezza laterale del carro posteriore. riguardo al triangolo anteriore va fatto notare invece che il tubo obliquo è di tipo Power Pyramid (vistosamente conificato, con pareti spesse sullo sterzo e sottili sul movimento centrale), che il tubo orizzontale è arcuato per questioni di sicurezza e che dopo tanti anni è finalmente tornata possibilità di portarsi la bici in spalla senza problemi (possibilità molto limitata sulle Jekyll e del tutto assente sia sulle Raven che sulle Super V). La lega del triangolo anteriore è l’ormai classica 6061 mentre la scatola del movimento centrale è di tipo SI (System Integration), cioè compatibile esclusivamente con la nuova guarnitura Hollowgram, che vedremo tra poco.

Cannondale Scalpel 2001

Di Scalpel in catalogo ce ne saranno più di una, al momento ancora non si sa quante ma di certo monteranno come sospensione anteriore la Lefty Carbon (85 millimetri di escursione, 1370 grammi) con sistema ELO (Electronic Lock Out), impianti a disco Magura di alta gamma, cerchi Mavic Tubeless e coperture Hutchinson UST. Il tutto per un peso complessivo dichiarato di dieci chili e quattro. Davvero niente male, soprattutto tenuto conto della presenza dei dischi, dei tubeless e della possibilità di bloccare tanto la sospensione anteriore (ELO) quanto quella posteriore (con un meccanismo aggiuntivo al manubrio o direttamente sull’ammortizzatore).

Hollowgram

Non è la prima guarnitura che Cannondale realizza per conto proprio, ma questa volta si parla di un vero e proprio stravolgimento strutturale perché il nuovo sistema oltre a coinvolgere pedivelle ed asse del movimento centrale, chiama in causa anche il telaio, motivo per cui il senso del nome System Integration appare immediatamente evidente. La nuova guarnitura potrà dunque essere montata soltanto su telai dedicati ed il risparmio di peso dichiarato rispetto all’XTR ammonta a più di duecento grammi. Ma le sue caratteristiche più interessanti risiedono nel fatto che l’asse del movimento centrale ha un diametro incredibilmente più grande del normale, nel fatto che è cavo con spessori interni fortemente variabili (ottenuti con tecnologie costosissime) e che gira su due cuscinetti sigillati, ovviamente enormi e per abbinati alla perfezione con i tipici ingombri delle tubazioni Cannondale.

Per sfruttare l’impressionante rigidità torsionale di un asse così largo, gli innesti per le pedivelle non potevano che essere di tipo calettato, ma ovviamente con un profilo di innesto personalizzato e non compatibile né con lo standard Shimano né con il neonato ISIS. Le pedivelle sono particolarmente alte per un’ottima rigidezza flessionale e sono anche cave internamente perché si compongono di due semigusci di alluminio incastrati ed incollati tra di loro. Il peso finale dichiarato per questo gioiello tecnologico è di 641 grammi, valore molto contenuto cui certamente gioca a favore l’assenza della corona piccola e delle relative viti di assemblaggio.

Future DH

Prima ancora di parlare delle nuove Scalpel, i tecnici Cannondale e Cedric Gracia in persona hanno esposto le caratteristiche della futuristica bici da downhill con cui correranno quest’anno i due giovanotti francesi, lo stesso Cedric e Anne-Caroline Chausson. La novità è tutta concentrata sul carro posteriore, sul quale oltre alla classica unità ammortizzante, se ne aggiunge una seconda (da cui il nome “Gemini” del telaio), ma con funzioni diverse. Il carro posteriore è infatti un normalissimo Monoshock tecnicamente identico a quello delle Jekyll (ma con otto pollici, 200 millimetri, di corsa), sui foderi verticali del quale è stato applicato un altro sistema articolato che serve a far muovere la ruota secondo una direzione aggiuntiva e diversa da quella primaria.

Photo: https://www.vitalmtb.com/features/13-Bikes-You-Should-See-Before-the-End-of-the-World,416

In pratica la ruota posteriore è libera di seguire la prima traiettoria possibile, la seconda oppure entrambe contemporaneamente, vale a dire che come un pantografo può muoversi all’interno di una superficie anziché solamente su una linea. Il vantaggio di tutto questo? Banale ma di vitale importanza: transitando in velocità su ostacoli solidi (sassi sporgenti, radici) la ruota non è costretta ad impattare gli oggetti e a sollevarsi da terra per scavalcarli, ma è libera di ridisegnarne con esattezza il profilo e di transitarci sopra senza che il telaio subisca contraccolpi. Sulla carta il vantaggio è molto evidente e particolarmente incoraggiante. Aspettiamo i risultati.

cannondale.com